Jordi Savall, Oriente – Occidente

Jordi Savall, "Oriente - Occidente"
8 febbraio 2023, h 20:00

Jordi Savall, violista di fama mondiale, ha sempre promosso l’interculturalità, diventando una sua caratteristica artistica distintiva e per questo è stato nominato “Ambasciatore dell’Unione Europea per il dialogo culturale” e “Ambasciatore UNESCO per la Pace”. Lo spettacolo sarà un vero e proprio “manifesto” delle pluralità musicali che lo animano: si alterneranno brani dell’antica tradizione bizantina, berbera e afghana con spirito Orientale, sino a quella italiana con caratteristiche Occidentali. Un dialogo di musiche strumentali arabo-andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mediterraneo.
Savall si esibirà in trio con il musicista turco Hakan Güngör e il percussionista greco Dimitri Psonis, portando sul palcoscenico del Teatro Ristori un programma dal titolo Oriente – Occidente. Dialogo delle Anime.

Ascoltare queste musiche di Oriente e di Occidente, ingegnosamente raccolte da Jordi Savall, non è un’esperienza qualunque. Perché all’emozione estetica si aggiunge un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata.

Questa non ha forse perso un po’ della sua anima nella seconda metà del XV secolo, all’epoca della morte simultanea di Sefarad e di al-Andalus, quaranta anni dopo il crollo di Bisanzio? Tra l’Oriente e l’Occidente sono state distrutte delle passerelle mentali e spirituali che non sono state mai più riparate. Il Mediterraneo ha smesso di essere quel mare fertile situato al centro del nostro universo culturale, per non essere altro che un campo di battaglia, e una barriera.

Oggi, il nostro mare comune è il luogo dove si erge la Muraglia invisibile che divide il pianeta tra Nord impaurito e Sud disperato; e tra comunità planetarie che hanno preso l’abitudine di diffidare dell’“altra” e di tenersene lontano. Il mondo arabo ed il mondo ebraico sembrano avere dimenticato la loro feconda parentela di un tempo; l’Oriente musulmano e l’Occidente di tradizione cristiana sembrano chiusi in un confronto senza uscita.

Per ridare alla nostra umanità disorientata qualche segno di speranza, occorre andare ben al di là di un dialogo delle culture e delle credenze, verso un dialogo delle anime. Tale è, in questo inizio del XXI secolo, la missione insostituibile dell’arte. Ed è precisamente ciò che proviamo all’ascolto di queste splendide musiche venute da epoche e da terre diverse. Improvvisamente scopriamo, o riscopriamo, che le civiltà che ci sembravano lontane le une dalle altre, e addirittura nemiche, sono straordinariamente vicine, straordinariamente complici.

Nel corso di questo viaggio nel tempo e nello spazio, ci chiediamo ad ogni istante se i conflitti ai quali siamo abituati non siano ingannevoli, in fin dei conti, e se la verità degli uomini e delle culture non stia piuttosto in questo dialogo degli strumenti, degli accordi, delle cadenze, dei gesti e dei respiri. Sale allora in noi un sentimento di gioia profonda, frutto di un atto di fede: la diversità non è necessariamente un preludio all’ostilità; le nostre culture non sono chiuse dentro paratie stagne; il nostro mondo non è condannato a lacerazioni senza fine; può ancora essere salvato…

Non è qui, del resto, dall’inizio dell’avventura umana, la ragione prima dell’arte?

Amin Maalouf

Il programma

ORIENTE – OCCIDENTE
Dialogo delle Anime
Un dialogo di musiche strumentali arabo-andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mediterraneo

Rebab
Anonimo, fine del secolo XIV
Alba – Tradizione berbera
Erotókritos – Danza bizantina
Rotundellus (CSM 105) – Alfonso X il Saggio
Vido venir – Lamento sefardita
Alagyeaz & Khnki tsar – Tradizione armena
Saltarello – Trecento mss. (Italia, XIII secolo)

Santur :  Chahamezrab – Tradizione persa

Viola da gamba soprano
Anonimo italiano, ca. 1500
Paxarico tu te llamas – Tradizione sefardita (Sarajevo)
Nastaran (Naghma) – Tradizione afghana
La rosa enflorece – Romanza sefardita (Sofia)
Makām-ı Räst “Murass’a” uşūleş Düyek – Mss. Dimitri Cantemir, 214 (Istanbul)
Ya Mariam el bekr – Tradizione siriana
Hermosa muchachica – Tradizione sefardita (Gerusalemme)

Kanun : Taksim & Makām – Tradizione turca

Ribeca
Anonimo italiano, ca. 1450
El Rey Nimrod – Tradizione sefardita (Gerusalemme)
Saltarello (CSM 77 & 119) – Alfonso X il Saggio
Danza del vento – Tradizione berbera
La Quarte Estampie Royal – Le Manuscrit du Roy (Parigi, XIII secolo)
Lamento di Tristano – Trecento mss. (Italia, XIII secolo)
Makām-ı Uzzäl Sakîl “Turna” Semâ’î – Mss. Dimitri Cantemir, 324 (Istanbul)

Con il supporto del Departament de Cultura della Generalitat de Catalunya e l’Institut Ramon Llull

“Jordi Savall dà voce a un’eredità culturale comune infinitamente varia. È un uomo per i nostri tempi.” (The Guardian)

Jordi Savall è una delle personalità musicali più polivalenti della sua generazione. Da oltre cinquant’anni fa conoscere al mondo meraviglie musicali rimaste nell’oscurità dell’indifferenza e dell’oblio. Dedito alla ricerca di queste musiche antiche, le legge e le interpreta con la sua viola da gamba o in veste di direttore. Le sue attività come concertista, pedagogo, ricercatore e creatore di nuovi progetti, sia musicali che culturali, ne fanno uno dei principali artefici del fenomeno di rivalorizzazione della musica storica. È fondatore, insieme con Montserrat Figueras, dei gruppi musicali Hespèrion XXI (1974), La Capella Reial de Catalunya (1987) e Le Concert des Nations (1989), con i quali esplora e crea un universo di emozioni e bellezza, offrendolo al mondo e a milioni di amanti della musica.

Con la sua fondamentale partecipazione al film di Alain Corneau Tutte le mattine del mondo (vincitore del Premio César per la migliore colonna sonora), la sua intensa attività di concertista (circa 140 concerti all’anno), la sua discografia (6 incisioni all’anno) e la creazione nel 1998, con Montserrat Figueras, di una propria casa discografica, Alia Vox, Jordi Savall dimostra che la musica antica non è necessariamente elitaria, ma interessa invece un grande pubblico di tutte le età, sempre più numeroso e vario. Nel corso della sua lunga carriera ha registrato e pubblicato più di 230 dischi di repertori di musica medievale, rinascimentale, barocca e dell’epoca classica, con un’attenzione speciale al patrimonio musicale ispanico e mediterraneo, dischi che hanno meritato molti riconoscimenti, come il Midem Awards, l’International Classical Music Awards e un Grammy Award. I suoi programmi di concerto hanno fatto della musica uno strumento di mediazione per l’intesa e la pace tra popoli e culture diverse e talvolta in conflitto. Non per caso nel 2008 Jordi Savall fu nominato Ambasciatore dell’Unione Europea per il dialogo interculturale e, assieme a Montserrat Figueras, fu eletto “Artista per la Pace” nell’ambito del programma “Ambasciatori di buona volontà” dell’UNESCO. Tra il 2020 e il 2021, in occasione del 250° anniversario di Ludwig van Beethoven, ha diretto l’integrale delle sue sinfonie con l’orchestra Le Concert des Nations e le ha registrate in due CD dal titolo Beethoven Révolution. L’impatto sul mercato discografico internazionale è stato definito addirittura come “un miracolo” (Fanfare) e la critica tedesca ha conferito al volume II il Schallplattenkritik Prize come miglior disco orchestrale. La sua feconda carriera musicale è stata premiata con i più alti riconoscimenti nazionali e internazionali, tra i quali bisogna ricordare il titolo di Dottore Honoris Causa delle Università di Évora (Portogallo), di Barcellona, di Lovanio (Belgio), di Basilea (Svizzera) e di Utrecht (Paesi Bassi), la nomina a Cavaliere della Legion d’Onore della Repubblica francese, il Premio Internazionale di Musica per la Pace del Ministero di Cultura e Scienza della Bassa Sassonia, la Medaglia d’oro della Generalitat de Catalunya, il Premio Helena Vaz da Silva, il prestigioso Premio Léonie Sonning, considerato il Nobel della musica; è inoltre membro d’onore della Royal Philharmonic Society, dell’Accademia reale svedese di musica e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

I musicisti

Jordi Savall
rebab, ribeca e viola da gamba soprano

Hakan Güngör
kanun

Dimitris Psonis
santur, oud, chitarra moresca e percussioni

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